Fra un tema su Kerouac
e uno sul "Giovane Holden", tra una citazione da "L'attimo
fuggente" e una canzone degli Smiths, scorrono i giorni di un adolescente
per niente ordinario. L'ingresso nelle scuole superiori lo lancia in un vortice
di prime volte: la prima festa, la prima rissa, il primo amore - per la
bellissima ragazza con gli occhi verdi che quando lo guarda fa tremare il
mondo. Il primo bacio, e lei gli dice: per te sono troppo grande, però possiamo
essere amici. Per compensare, Charlie trova una che non gli piace e parla
troppo: a sedici anni fa il primo sesso, e non sa neanche perché. Allora lui,
più portato alla riflessione che all'azione, affida emozioni, trasgressioni e
turbamenti a una lunga serie di lettere indirizzate a un amico, al quale racconta
ciò che vive, che sente, che ha intorno. Dotato di un'innata gentilezza d'animo
e di un dono speciale per la poesia, il ragazzo è il confidente perfetto di
tutti, quello che non dimentica mai un compleanno, quello che non tradisce mai
e poi mai un segreto. Peccato che quello più grande, fosco e lontano, sia
nascosto proprio dentro di lui.
"Comunque, lui ha schiacciato a tavoletta e, appena prima di imboccare la galleria, Sam si è alzata in piedi: il vento trasformava il suo abito in onde oceaniche. Quando siamo entrati nel tunnel, ogni suono è stato risucchiato dal vuoto: c’era solo una canzone che usciva da una cassetta nell’autoradio. Una canzone molto bella, intitolata «Landslide». All’uscita, Sam ha lanciato un urlo di gioia: ed eccolo lì. Il centro della città. Edifici illuminati. Un panorama davanti al quale resti sempre meravigliato. Sam si è seduta e ha cominciato a ridere. Ha riso anche Patrick. E io ho fatto lo stesso. In quel momento, ti giuro, ci siamo sentiti infiniti."
"Ma, anche se non possiamo essere noi a decidere da dove veniamo, possiamo scegliere la nostra meta. Ci sono altre cose che possiamo fare. Cercando di sentirci a posto. E anche se ci sono persone che stanno peggio di te, ciò non toglie che tu abbia la tua vita. Bella o brutta che sia. Proprio come mi ha detto mia sorella, quando ormai ero in ospedale da un po’. Mi ha confidato che il fatto di partire per il college la preoccupava molto e che, considerando quello che stavo passando, si sentiva una vera stupida. Ma io non capisco perché. Anch’io sarei preoccupato, al posto suo. E, in effetti, non credo che la mia situazione sia migliore o peggiore della sua. Non lo so. È soltanto diversa. Forse è giusto considerare le cose in prospettiva, ma a volte credo che l’unica prospettiva sia il fatto di essere presenti. Come ha detto Sam. Perché è OK sentire delle cose. Ed essere se stessi."
"Ma, soprattutto, piangevo perché, all’improvviso, mi ero reso conto che ero proprio io quello in piedi, nel tunnel, con il vento che gli sferzava il viso. Non m’interessava vedere il centro della città. Non ci pensavo nemmeno. Perché ero in piedi, nel tunnel. Ed ero presente, davvero. E questo è bastato a farmi provare quella sensazione di infinito."
Ragazzo da Parete di Stephen Chbosky
Spero vi sia piaciuta... Vi consiglio di leggere questo libro, perchè è molto profondo e significativo.
Alla prossima Pillola..
Ce l'ho nella versione "ragazzo da parete"...non so quando lo leggerò, però. :)
RispondiEliminaAppena hai un po di tempo leggilo, è una scrittura scorrevole, procede bene, senza troppe parti prolisse. Io alla fine mi sono anche un po' commossa... ;)
EliminaE' parecchio che mi riprometto di leggerlo e poi, per un motivo o per l'altro continuo a rimandare, ma le tue "pillole" mi han fatto venir voglia di prenderlo in mano... che sia la volta buona? ;)
RispondiEliminaLe "pillole" sanno essere convincenti a volte! Io te lo consiglio, secondo me non ti deluderà. Se decidi di iniziarlo poi fammi sapere cosa ne pensi, mi raccomando! :)
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