lunedì 21 luglio 2014

Cercando Alaska di John Green

Eccomi di nuovo qui! Scusate per l'assenza, ma il mio computer sta dando un po' i numeri, spero che sia solo una cosa temporanea perchè ora non è proprio il momento adatto per farmi lo scherzetto di passare a miglior vita! Ogni tanto però si degna di funzionare correttamente, come oggi, e così posso pubblicare il post. Vi annuncio che a breve ospiterò in questo mio angolino un evento che vi interesserà parecchio, e quando dico a breve, intendo proprio breve breve, quindi restate sintonizzati! Ora veniamo alla recensione di oggi. Il libro che vi presento non è recente, io l'ho comprato l'anno scorso in una bancarella per soli 3 euro, tuttavia ultimamente la CE Rizzoli ha avuto la brillante idea di realizzare una ristampa di tutte le opere di quest autore ed io non posso che gioirne perchè i suoi libri sono perle meravigliose che devono essere lette. Sto parlando di John Green e, in questo caso, del suo Cercando Alaska, una chicca di carta ed inchiostro di cui mi sono innamorata.



Autore: John Green
Titolo: Cercando Alaska
Pagine: 312 p.
Casa Editrice: Rizzoli
Prezzo: 14 € cartaceo

Trama: Miles Halter, solitario collezionista di Ultime Parole Famose, lascia la tranquilla vita di casa per cercare il suo Grande Forse a Culver Creek, una prestigiosa scuola in Alabama. È qui che conosce Alaska. Brillante, buffa, svitata, imprevedibile e molto sexy, per Miles diventa un enigma, un pensiero fisso, una magnifica ossessione


Alle brutture si può sopravvivere, perché noi siamo indistruttibili nella misura in cui crediamo di esserlo.

Vorrei fare una premessa: io adoro John Green. Ho letto quattro dei suoi cinque libri (compreso Will ti presento Will scritto a quattro mani con David Levithan) e li ho amati tutti, in maniera diversa certo, ma mi hanno comunque lasciato dentro una quantità così elevata di emozioni da non riuscire a contenerla tutta. Sono libri dalla scrittura veloce, mai pesante, che vola leggera sotto i tuoi occhi, parole che ti penetrano dentro e ti riempiono il corpo, personaggi così reali da sembrare quasi di conoscerli. Non c'è la voglia di creare storie perfette in Green, di raccontare vicende tragiche con l'obbligato lieto fine, di costruire personaggi senza increspature, dove i difetti ed i pregi si equivalgono in un equilibrio stabile, senza pendenze; le sue storie sono vita che scorre, sono sprazzi di un vissuto che potrebbe appartenere a chiunque, o forse no, ma i personaggi lo vivono come se fosse così, e non sono protagonisti dalla psicologia perfetta, sono ragazzi in cui ci si potrebbe identificare, con passioni e desideri umani, con ossessioni e dolori che sconvolgono la vita; amiciza e amore, e tragedia, ma di quella che non ti fa storzare il naso, di quella limpida, pura sofferenza, che ti fa piangere un po', che ti lascia dentro quello strascico di malinconia per giorni, ma è bello anche quello, perchè le emozioni, anche quelle tristi, sono ossigeno per la nostra anima, e se un libro ne è impregnato dalla prima fino all'ultima riga allora significa che è un buon libro e vale la pena di essere letto. Cercando Alaska appartiene a questa categoria.





Certe cose non puoi prolungarne all'infinito. Viene il momento in cui devi strappar via il cerotto. Fa male, ma poi passa e ti senti meglio.


 La storia è divisa in due parti, un Prima e un Dopo e gli avvenimenti si susseguono in questi giorni che scorrono, separati da un centro verso il quale tutto ruota e tutto si allontana. All'interno di questo Prima e di questo Dopo scorrono le vite dei personaggi, adolescenti con i loro drammi e le loro fissazioni, con i loro sogni e le loro ricerche; incontriamo Miles, detto Ciccio, la voce narrante, giunto nella prestigiosa scuola di Culver Creek, abituato alla solitudine e ad una vita senza amici, con la fissa per le Ultime Parole Famose, che entra a far parte di un gruppo bizzarro e un po' matto, formato dal Colonnello, asso della matematica e grande creatore di scherzi, dal giapponese Takumi, dalla parlantina svelta,da Lara, rumena dal dolce sorriso, e da lei, la folle e bellissima Alaska. In questa nuova cellula di amicizia Miles trova un suo posto, tra le risate e gli scherzi ai Settimana Corta (ragazzi che non risiedono fissi nella scuola ma nel week end tornano a casa), tra le corse a perdifiato per sfuggire alla punizione dell'Aquila, il preside, tra le confessioni con una sigaretta in mano alla Buca del Fumo, tra le partite ai videogiochi sul vecchio divano in gomma piuma, e le prime esperienze della vita; Miles si sente bene, ma è quel bene che ti porta a farti delle domande, lui, che è alla ricerca perenne del Grande Forse, circondato da questi nuovi amici e, soprattutto dalla presenza di Alaska, inizia a ricercare il suo perchè.
Ma forse un perchè a volte non c'è, lo sa bene Alaska, che dalla vita sembra voler succhiare tutto e niente, con quell'ombra di infelicità negli occhi, a tratti oscurata dalla voglia atavica di sentire, sempre e comunque, lei che si rinchiude in se stessa, che non risponde alle domande che iniziano per Come, Quando, Dove, Perchè o Cosa, che custodisce qualcosa dentro di se, nella sua anima inquieta, nascosta dai suoi occhi maliziosi e dalla sua intelligenza ed arguzia, che si immerge nella sua Biblioteca della Vita e sparisce per giorni, lei che diventa per Miles una dolce ossessione, un sentimento di attrazione e allontanamento, lei con la quale parlare è così dannatamente interessante, e ridere così meraviglioso, e litigare così estenuante, lei, il suo vero grande Enigma. E scoprire Alaska, cercarla, diventerà un chiodo fisso per Miles e per gli altri amici, perchè è essenziale trovare un perchè nella vita, anche quando sembra irragiungibile. Capire come uscire dal Labirinto, da questo dolore che porta la vita, questa è la grande domanda che ci si deve porre, che Miles, il Colonnello, Takumi ed Alaska si pongono, ognuno avrà la sua risposta; una vera risposta, poi, non è, perchè dalla vita non si può sempre fuggire, a volte, bisogna restare e lottare per trovare l'uscita, anche se per farlo ci vorrà un'esistenza intera, e si dovrà soffrire molto e voltare pagina mille volte, fino alla fine, quando la morte ci coglierà e tutto ciò che rimarrà di noi saranno ricordi, e ultime parole, che verranno dimenticate da chi rimarrà, ma non importa, noi perdoneremo questa svista, perchè la vita è così, esattamente così. C'è da chiederselo, alla fine, come si esce dal Labirinto?


«Non è la vita o la morte, il labirinto.»

«Uhm. Sì. E allora cos'è?»

«Il dolore» rispose. «Fare del male, subire il male.

Questo è il problema. Bolivar parlava del dolore, non della vita e della morte. Come si esce dal labirinto del dolore?»

«Ma cos'è il male?» domandai. Sentii che la sua mano non era più su di me.

«Niente è male. Ma si soffre sempre, Ciccio. I compiti a casa, la malaria, avere un fidanzato lontano quando c'è un bel ragazzo disteso vicino a te.

La sofferenza è universale. È l'unica cosa che fa paura a tutti, buddhisti, cristiani, musulmani.»

Ho amato dalla prima fino all'ultima riga, mi sono beata delle parole, ho assaporato la storia e l'ho fatta mia. Non è un libro su cui rompersi la testa, filosofico o complicato, è assolutamente semplice, un semplice complesso oserei dire, e perdonatemi l'ossimoro, dove i personaggi diventano tuoi amici, e ti ritrovi anche tu ad ubriacarti in granaio, a riflettere sulla vita e sul suo significato davanti ad una bottiglia di vino, a ridere delle battute così naturali che potresti averle dette tu, in viaggio su un'auto a velocità assurda verso un confine da superare, a piangere e ad abbracciarsi dopo averlo superato perchè, dopo tutto, si è ancora vivi.
C'è l'indisruttibilità dell'effimero in questo libro, l'immortalità del presente che solo i giovani possiedono, che li rende capaci di provare emozioni così forti da sembrare impossibili, capaci di soffrire tanto e dimenticare velocemente, perchè, la speranza, seppure nascosta sotto svariate vesti, esiste, basta solo saperla trovare.
Lo consiglio a tutti, senza eccezioni questa volta. Prendete in mano il libro e andate alla ricerca di Alaska anche voi, non ve ne pentirete. E se volete, dopo, passate di qui, sarei felice di sapere cosa ne pensate e, soprattutto, se avete scoperto come uscire dal Labirinto...


Ci crediamo invincibili perché lo siamo. Non possiamo nascere, e non possiamo morire. Come l'energia, possiamo solo cambiare forma, dimensioni, manifestazioni. Gli adulti, invecchiando, lo dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire. Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha un inizio e non ha una fine, e dunque non può fallire

Il mio voto:


Consigliato: Si
Tempo di lettura: 2 giorni
Bevanda scelta: Tè nero pera e cannella.


A presto!

 

7 commenti:

  1. Ce l'ho, ma sono ancora indecisa se leggerlo o meno. A dire il vero l'ho comprato perché l'ho visto in offerta in libreria e ne avevo sentito parlare bene, ma boh, c'è qualcosa che ha diminuito il mio interesse. Forse la copertina? La bambolina è terrificante! E il pensiero di averla sul comodino mi inquieta! :D

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    1. Tania ora hanno fatto la ristampa e la copertina è diversa! Niente più bambolina! ;)

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  2. Ciao! Mi chiamo Daniela e anche io sono una bookblogger, mi sono imbattuta per caso nel tuo blog ma sono scandalizzata dal fatto che nessuno abbia commentato questo post! Non solo perchè parla di cercando alaska che è un must read, ma anche perchè è scritto così bene da sembrare una poesia. E in questa poesia stessa mi sembra che ci siano riversati come un fiume in piena tutti i sentimenti che ti ha trasmesso questo libro. Personalmente l'ho amato, non credo che alcun essere pensante fossa fare altrimenti. Dopo aver letto questo libro mi sono presa una pausa dalla lettura di libri di questo genere perchè sebbene tutto sia inglobato in un contesto apparentemente "semplice ed ordinario", il messaggio, anzi, i messaggi che trasmette hanno una potenza inaudita. Come hai detto tu concordo sull'immortalità dei giovani. Specialmente in quella di Alaska, personaggio talmente reale da lasciarmi sbigottita. Poi volevo sapere..cosa ne pensi di Miles? Perché per me è stato un personaggio insopportabile. È quel tipo di persona che nella vita non tollererei proprio. Poi ognuno ha le sue opinioni ovviamente :) Tu cosa ne pensi?

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    1. Grazie Daniela :) Devo dire che Miles è decisamente particolare, ti entra dentro anche se non vuoi perchè è la voce narrante e quindi è inevitabile, tuttavia anche io l'avrei scosso volentieri in alcune parti del libro! Ho amato molto il personaggio di Alaska, tormentato e avido di vita, però il mio preferito rimane il Colonnello, con il suo passato difficile che guarda e racconta senza vergogna, con la sua intelligenza e quella sensibilità nascosta che riesce a tirare fuori nei momenti opportuni; penso sia lui alla fine che salva Miles, che lo aiuta a trovare un piccolo senso a ciò che è successo, diciamo che è un pò colui che rimette i tasselli al punto giusto, che poi, in questo libro, un punto giusto non c'è...Tu quale personaggio hai amato di più? Passa quando vuoi a trovarmi e lasciami il link del tuo Blog, così passo anche io da te :)

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    2. Il personaggio che ho più amato è stato Alaska. Lei per me è immortale nel vero senso della parola. Quando fanno lo scherzo in memoria di lei, sebbene la situazione fosse comica, io sono scoppiata a piangere perchè proprio in quel momento esplode l'immortalità di questa ragazza. Lei è davvero davvero davvero speciale.
      Ma lo sai che una mia amica mi ha detto che assomiglio al colonnello? Con tutti i complimento che gli hai fatto mi sento lusingata hahahah
      Ad ogni modo il mio blog è questo recensioniita.blogspot.com
      Se ti fa piacere passa, altrimenti non c'è alcun problema. Ho commentato questo post perchè era meraviglioso, non di certo per farmi pubblicità

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    3. Te l'ho chiesto per curiosità, visto che mi hai detto che sei una blogger anche tu, volevo andare a dare una sbirciatina al tuo blog, mi piace molto conoscere altri luoghi dove si parla di libri ;) Se assomigli al colonnello hai ufficilamente una nuova amica! Adoro il suo carattere e l'ho ricercato in molte persone ma, purtroppo, non l'ho mai trovato :)

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  3. Non sono ancora riuscita a metterci le mani sopra ma ho tutte le intenzioni di rimediare! :) Ho scoperto tardi questo autore... ho letto a maggio Teorema Catherine, il primo libro scritto da lui che ho letto, ed è stato amore a prima vista (ma come accidenti ho fatto ad aspettare così tanto per decidermi a leggerlo????) quindi pian piano ho intenzione di recuperarmi altri suoi libri, e credo proprio che questo sarà il prossimo! :)

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